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Riflessi di Città

MARCHE E MARCHETTE ALL’UFFICIO POSTALE

    

    Sono stato un po’ lontano da casa e ne ho pagato lo scotto al rientro. Infatti, la signora di fronte mi ha segnalato la presenza nella buca di un avviso di raccomandata che il postino non aveva voluto lasciarle.
    “Sì, sì, ho capito” le dico “dev’essere la multa che aspettavo”. “Non mi sembra” ha risposto lei, un po’ maliziosa, “giacché le buste verdi contengono atti giudiziari”.
    Aperto la mia cassetta postale, trovo due avvisi, uno giallino e uno verde brillante, con il riferimento ad atti giudiziari
    E qui la mia tranquillità ha cominciato a vacillare, giacché dovete sapere che io, al contrario di certi governanti, ho ancora nella massima considerazione i magistrati e la magistratura, i poliziotti e la polizia, i carabinieri e tutta la Benemerita, insomma chiunque rappresenti in qualche modo lo Stato. Perciò, rigirando l’avviso verde tra le mani, mi chiedevo chi mi avesse denunciato o cos’avessi io fatto da provocare un atto giudiziario.
    Così lascio ogni cosa e mi precipito all’ufficio postale. Un portalettere mi chiarisce che sicuramente non sarà una multa, giacché l’avviso verde indica il deposito di atti giudiziari, ed un suo amico si è intrattenuto più del dovuto per cercare di capire quale provvedimento mi fosse toccato.
    Ho presentato i due tagliandini all’impiegato addetto, che mi ha consegnato una busta con dentro la multa che attendevo, ma anche l’altra, di colore verde brillante, con scritto sul frontespizio l’avvenuto “deposito di Atti Giudiziari”. Quindi c’è dell’altro, oltre alla multa, penso. E cosa c’è, accidenti, cosa c’è?, mi chiedo, con il cuore che non la smetteva di martellare.
    Apro la seconda busta, ma centellino il foglio-verde-brillante-la-mia-pena. Ed ecco di cosa si trattava: l’agente postale, non avendomi trovato, m’informava, nel bel colore verde, l’avvenuto deposito di “Atti Giudiziari” (cioè la multa per sosta vietata), dimenticando che una semplice contravvenzione è un atto amministrativo e non giudiziario, come del resto era scritto sulla prima busta.
    Chiedo al direttore spiegazioni, per questo increscioso incidente, ed egli mi risponde candido: “Che problema c’è? Noi trattiamo allo stesso modo gli atti giudiziari e quelli amministrativi”.
    Avete capito? Come se io potessi impunemente dire al direttore di un ufficio postale: “Veda che sua moglie sta mettendo marchette”. Ed alla sua adirata richiesta di spiegazioni rispondessi: “Che problema c’è? Io uso indifferentemente marche e marchette!”.

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